13/07/2023
5 TENDENZE PACKAGING SOSTENIBILE
l packaging ha un ruolo fondamentale nella distribuzione dei prodotti cosmetici. È compito del pack, infatti, non solo contenere e presentare i prodotti ma anche proteggere le formulazioni. D’altra parte, il packaging dei prodotti cosmetici rappresenta anche un enorme problema dal punto di vista ambientale, a causa dell’ingente consumo di materiali. Ecco quindi 5 soluzioni sostenibili di tendenza.
Il consumo di materia prima prima per il packaging
Secondo lo studio Sustainability of reusable packaging. Current situation and trends pubblicato su Resources, Conservation & Recycling (X, Volume 6) del 2020, infatti, in Europa il consumo di materia prima per il packaging – non solo cosmetico – è di circa il 40% per la plastica e del 50% per la carta.
I materiali più utilizzati? Carta, metallo, vetro e, naturalmente, plastica. Fortunatamente materiali come la carta, il metallo e vetro vengono riciclati fino all'80%, mentre la % plastica riciclata raggiunge appena il 14% (in Europa).
L'innovazione come requisito imprescindibile
Una problematica che, ovviamente, coinvolge anche il mondo della cosmetica. Dove ricerca, innovazione e riciclo rappresentano ormai requisiti imprescindibili non solo per i brand che si affacciano sul mercato, ma anche per la crescita delle maison storiche del beauty. Una richiesta che arriva dagli stessi consumatori, come confermano le vendite di prodotti con maggiore attenzione alla sostenibilità del pack.
Molti brand hanno già ridotto l'utilizzo del packaging secondario (astuccio in carta), o sostituito i vecchi materiali plastici con alternative più green.
Packaging cosmetico sostenibile: requisiti fondamentali
Stando alla definizione dalla Sustainable Packaging Coalition, per essere definito sostenibile il pack cosmetico deve rispettare alcuni specifici criteri.
Sicurezza per l’ambiente durante il suo intero ciclo di vita.
Uso di materiali riciclati o riciclabili.
Produzione, distribuzione e riciclo da energia rinnovabile e con tecnologie clean.
Design adatto al mercato, alle condizioni economiche e, soprattutto, al risparmio di energia e materie prime.
Di seguito, 5 tendenze che vanno al di là della semplice invito rivolto al consumatore di riciclare adeguatamente il pack, ma che hanno lo scopo di ridurre gli sprechi
1. Cosmetici ricaricabili
Riutilizzare il flacone più volte, allungando il suo ciclo di vita acquistando le confezioni di ricarica o acquistando il prodotto in semilavorato (in alcuni negozi specializzati): il sistema del "refill", è sicuramente una soluzione più sostenibile. Con questo sistema, l'imballaggio principale può essere riutilizzato più volte, mentre vengono reintegrati solamente i materiali di consumo, come shampoo o sapone liquido. Non mancano le proposte di make up ricaricabili (fra tutti spiccano chiaramente le forme solide come ombretti, forme compatte).
Proprio su questo tipo di prodotti, ovvero le ricariche, si stanno concentrando non solo i marchi di cosmetici naturali, ma anche i big del mass market come Nivea, Dove, Fa, Garnier ecc.
2. Confezioni di lusso
il cosmetico è contenuto all'interno di un oggetto che passa a "nuova vita": invece che trasformarsi in un rifiuto, una volta finito il contenuto, il contenitore diventa una candela, un contenitore portaoggetti, o un complemento di arredo.
Per lo più questa è una strada percorsa da brand di nicchia, o del settore lusso e i materiali utilizzati sono in primis il vetro o per esempio la ceramica.
3. Plastic free
Sempre più brand, fortunatamente, stanno rendendo più sostenibile la selezione delle materie prime per i loro imballaggi e stanno cercando di utilizzare meno plastica possibile.
Ad oggi sono sempre più frequenti le proposte in carta di prodotti o accessori finora costruiti e concepiti solo in plastica o metallo, per esempio deodoranti in stick in carta, palette di ombretti, stick per rossetti.
Anche alcuni brand di dentifrici preferiscono alternative in vasetto di vetro invece del classico tubetto morbido in PET.
4. Facili da riciclare
Non è una strada facile sostituire il caro vecchio PET ed i vari polimeri plastici sul mercato, i quali comunque rappresentano ad oggi la maggior parte degli imballaggi sul mercato, per la loro infrangibilità, inerzia, versatilità e leggerezza.
A tal proposito anche in questo senso i brand possono tener conto di un aspetto non poco conto:la facilità con cui il consumatore può riciclare il packaging vuoto: scegliere materiali che siano conferibili nello stesso contenitore (per esempio flacone e tappo), o scegliere confezioni monomateriale, oppure dare il giusto risalto alle indicazioni sullo smaltimento agevola sicuramente il compito del consumatore (anche dei più pigri!) e aumenta la percentuale di probabilità che il pack che verrà riciclato correttamente
5. Biodegradabili e compostabili
Negli ultimi anni si assiste alla diffusione di vasi e astucci su cui compaiono le scritte biodegradabili o compostabili (che vanno quindi conferiti nell'umido) . Non solo questi materiali ritornano alla terra in un ciclo virtuoso, ma in alcuni casi provengono addirittura da scarti di lavorazione dell'industria alimentare (semi, fibre).
Differenza tra biodegradabile e compostabile
Un recente articolo del New York Times ha puntato il dito sulle criticità e gli equivoci che si nascondono dietro lo smaltimento delle confezioni cosiddette “biodegradabili” e/o “compostabili”. Termini come biodegradabilità e compostaggio fanno riferimento a processi chimici la cui differenza è piuttosto sottile. Il primo descrive la capacità di alcuni materiali di degradarsi attraverso processi enzimatici (azione di batteri, funghi o altri microorganismi) che trasformano il materiale fino a farlo diventare altro (acqua o gas).
Il compostaggio è invece un processo aerobico controllato dall’uomo, attraverso cui il materiale organico umifica e produce del fertilizzante naturale, come il terricciato (o compost).